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“Il bosco di Mila” di Irma Cantoni / Recensione

Buongiorno amati lettori.

Vi siete mai chiesti quanto una persona che conoscete possa avere un nascosto passato che non vuole svelarvi e che preferisce dimenticare? Se chi abbiamo di fronte non sia in realtà stato tutt’altra gente una volta,  sia caratterialmente che esteriormente o per possibilità economiche?

E come capire la verità, se i sentimenti che sembrano esserci appaiono veritieri, se in realtà non c’è qualcosa di lugubre e inviolabile più a fondo?

Come anticipato vi avevo accennato del Bosco di Mila, il libro vincitore del concorso “Fai viaggiare la tua storia” organizzato da Libro Mania. Vi avevo detto che ne avrei fatto la recensione e finalmente – dopo essermelo piacevolmente divorata e aver rimpianto il momento in cui l’ho chiuso e ho pensato “ecco, è finito. La mia vita fa schifo.” – sono riuscita a ritagliarmi questo breve momento per parlarvene un po’.

Aspetto qualche vostro commento, voglio davvero sapere cosa ne pensate. Intanto, un grande saluto a tutti!

 

 

TITOLO: Il bosco di Mila51cpSBN50XL._SX326_BO1,204,203,200_

AUTORE: Irma Cantoni

EDITORE: LibroMania

COSTO&PAGINE:

DOVE ACQUISTARLO: http://amzn.to/2uTE3u7

SITO LIBRO MANIA: http://libromania.net/

TRAMA:

COSA NE PENSO:

Non se ne è parlato particolarmente di questo libro e io l’ho trovato veramente una possibilità gettata al vento. Vi invito a leggerlo e a condividerlo, perché secondo me l’autrice vale davvero la pena essere diffusa e questa storia dovrebbe passare di mano in mano, di bocca in bocca.

La trama potrebbe apparire al primo impatto banale, forse nulla di innovativo o particolarmente intrigante – insomma il solito giallo a cui tutti siamo abituati, nulla che ci faccia pensare a quanto l’autore sia stato geniale e sconvolgente -, ma invece è una storia colma di sorprese e colpi di scena inaspettati, verità nascoste, segreti inconfessabili e dimenticati. O almeno così appaiono essere. Gente che sa e nega, gente che si mostra come non è, gente che odia e gente che riesce ad andare avanti e perdona. Un viaggio incredibile che non si limita alla singola indagine sulla scomparsa della ragazzina Mila durante la gita scolastica, ma scava oltre, fino a giungere alle più remote e frivole debolezze della gente.  Soprattutto è un libro scritto in maniera davvero sublime, che personalmente mi ha coinvolta e completamente catturata sin dalla prima pagina.

Vi assicuro che sono un’avida lettrice esigente, spesso critica nello stile di scrittura degli autori perché lo reputo un requisito oltre il fondamentale per la buona riuscita di un libro. Se il lettore si annoia, è la morte di un possibile gioiello letterario.  Purtroppo, talvolta, la trama può sembrare davvero ingegnosa e interessante alla prima superficiale lettura, ma rivelarsi poi un vero fiasco per come viene sviluppata nei capitoli. Le parole, il modo di ordinarle, i termini scelti, sono l’unico modo che l’autore ha per creare un vero contatto con i suoi lettori e dovrebbe davvero metterci tutto sé stesso e chiedersi << non sarà eccessiva questa descrizione? >> , << forse potrei tagliare, potre modificare, potrei completamente stravolgere ogni cosa? >> quindi mettersi in gioco anche a costo di dover ricominciare da capo e – per dirla in modo brutto – dover buttare via tutta la fatica già fatta e il tempo trascorso.

Scrivere un libro è un lavoro complesso, richiede tantissima dedizione e molto tempo e spesso accade che l’autore si cimenti in storie troppo complicate e labirintiche a tal punto che nemmeno lui, se pur creatore, ne viene più a capo, finendo per dimenticarsi dello scopo finale della sua professione:  non semplicemente pubblicare il libro, ma farlo arrivare positivamente ai lettori, che questi possano terminarlo e non volere averlo fatto, starci male perché era piaciuta loro davvero quella lettura e sentire un vuoto perché i personaggi lo riempivano, lo emozionavano.

Ed è esattamente quello che è accaduto a me nel leggere “Il bosco di Mila”. Una protagonista splendida, il nostro ispettore Vittoria Troisi, con un occhio critico, una perspicacia, una sensibilità, una dedizione e un’ironia davvero autentici, reali. Una figura amichevole, una donna come molte che si possono incrociare, non semplicemente la poliziotta di turno che interroga tutti, mette le manette e sbatte la gente dietro le sbarre e – wow! – l’eroina ce l’ha fatta un’altra volta e ha incastrato il malandrino! Ma un essere umano con le sue fragilità, i dubbi su di sé, sugli altri, sui rapporti e le relazioni che possiede e la fiducia reciproca con l’altro, una persona che può essere costretta a determinate azioni ma sente il peso dei sensi di colpa che questo comporta. Non un robot insensibile legato solo a un apatico senso di giustizia universale.  Non voglio fare nessun tipo di spoiler, ma è davvero evidente in più parti come Vittoria ci tenga al suo lavoro e come per lei sia molto di più che questo. Lei scava nella verità, possiede una grande pazienza perché sa bene che con il tempo, piano piano, tutto viene a galla, con le parole giuste, i leciti dubbi e il corretto approccio in base a chi ha davanti si può rinvenire a capo del labirinto. Qualcosa salterà fuori, qualcuno confesserà.

Questo libro è più di un semplice giallo, ma è il ricordo di un passato prezioso che ci apparitene e di valori ormai, forse,  dimenticati ma che caratterizzano il coraggio e la volontà di molti uomini che si sono battuti per un vero scopo nella vita. Un libro che contiene le persistenti domande sul presente, se sia la strada corretta o meno quella che si sta percorrendo (non solo nell’indagine di Mila, bensì proprio nel percorso della vita di ciascuno di noi), le sofferte decisioni per il futuro e il destino che verrà, talvolta scelte impulsive, talvolta tardive.

Una storia in cui si ritrova un valore basilare per qualsiasi essere umano, quale l’amicizia, quella vera, quella che ti fa chiedere nella propria coscienza << ma perché è mio amico? Perché vuole bene a una come me?>>; un libro sulle più crudeli realtà umane, i comuni peccati, i frivoli attaccamenti ai bene materiali e non alla gente che ci circonda, a quella a cui siamo legati persino dal vincolo di sangue. Ma anche il coraggio di non riservare rancori, di non bruciare in un’ira funesta che nulla porta se non desolazione, non scegliere una vita agiata e buttar via sé stessi perdendo ogni dignità per avere un ruolo agli occhi degli altri.

Un libro che mi ha davvero conquistata e di cui non voglio svelarvi di più perché va assaporato pagina per pagina, va vissuto, va semplicemente letto. Davvero, mi si è stretto il cuore quando ho visto la copertina chiusa sul comodino e mi sono resa conto che non dovevo proseguire con la vicenda perché il mio incantevole viaggio era giunto al termine. Eppure ho ancora una speranza che brucia dentro di me perché sembrerebbe l’inizio di una serie di avvincenti episodi di un nuovo e interessantissimo personaggio che spero possa tornare con la sua empatia e la sua intelligenza nelle mie giornate in una prossimo libro che attendo… non con troppa pazienza (eh ragazzi, io non sono Vittoria!)

IRMA CANTONI:

è nata a Brescia, dove vive tuttora dopo un periodo di quattro anni a Roma. Da oltre vent’anni segue il percorso meditativo della scuola buddhista Karma Kagyu e dal 2006 ha contribuito alla pubblicazione di diversi saggi sulla pratica buddhista e su bioenergetica e naturopatia. Ha esordito nella narrativa con i racconti lunghi La regina degli Stati Uniti (premiato al concorso Penna d’Autore Torino) e Il cartomante, dove compare per la prima volta la commissaria Vittoria Troisi, protagonista delle indagini di Il bosco di Mila.

 

6 pensieri riguardo ““Il bosco di Mila” di Irma Cantoni / Recensione

  1. Mi piace la sensazione un pò malinconica che ti prende quando leggi l’ultima parola di un libro che ti è piaciuto oltre misura….
    Sono quei libri in cui ti perdi tra le pagine, che non vedi l’ora di leggere, di scoprire, ma lo fai un pò con tristezza perchè sai che più procedi, più si avvicina la fine.
    Ma ne vale sempre la pena!

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    1. Eh sì… quella lotta tra il piacere che ti da la storia e la voglia di continuare sapendo che finirà, ma non ne puoi fare a meno e vai avanti.
      Comunque non so se ti può interessare il genere, ma secondo me questo libro vale la pena 😉

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      1. Grazie, lei ha letto proprio nel profondo del libro. La ringrazio e ringrazio anche per il commento di Francesca. Mi avete commossa. Irma Cantoni

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      2. Grazie di cuore a lei per il commento!
        Ho voluto solo sottolineare il valore di questa storia che spero possa essere letta da molti perché mi ha conquistata. Se sono riuscita ad arrivare nel profondo del libro significa che lei è una grande autrice dal veritiero talento.
        Spero di risentirla (e di rileggerla presto! Guardi che sto in attesa…)
        Maria 🙂

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